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Don Antonio Pezzetti – POVERTÀ: passato, presente, futuro.

La conviviale del 5.11.2019 ha avuto come protagonista don Antonio Pezzetti, Direttore della Casa dell’Accoglienza di Cremona.

Prima però di entrare nel vivo della serata il Presidente Giorgio Giambiasi ha presentato, ringraziandoli,  gli ospiti , in particolare Gianluca Rossi, Responsabile della comunicazione di Fondazione Sospiro, ideatore del calendario dedicato alla Fondazione, arrivato ormai alla tredicesima edizione e Simone Zani, Presidente dell’Azienda Agricola Sociale Cascina San Marco di Tidolo.

Fondazione Sospiro collabora con il nostro Club nella realizzazione del service AMICO CAMPUS al quale, da qualche anno, partecipano alcuni ospiti della Fondazione.

Viene proiettato un filmato della Cascina San Marco a Tidolo dove la Fondazione Sospiro sta portando avanti un progetto per promuovere l’inclusione sociale per le persone che hanno disabilità intellettiva e vivono nella Fondazione.  Le persone sono impegnate nella coltivazione di ortaggi, di frutta e nella produzione di marmellate, con l’etichetta Cascina San Marco, che potranno essere degustate durante la cena.

Dopo la cena Giorgio Giambiasi presenta Don Antonio Pezzetti, Sacerdote molto noto in Città per l’attività che svolge presso la Casa dell’Accoglienza di Cremona, ormai da 25 anni.

Don Pezzetti ricorda che la Casa dell’Accoglienza è stata realizzata da Mons. Enrico Assi, Vescovo di Cremona dal 1983 al 1992, pensata per persone con disagio, parenti di pazienti in ospedale, operai provenienti dal SUD, dando un segnale importante al valore dell’accoglienza.

Successivamente è diventata un punto di riferimento per gli immigrati, prima africani poi albanesi, rumeni, kosovari, in relazione al succedersi delle diverse ondate migratorie.

Don Pezzetti fa un quadro della situazione:

  • dal 2014 sono arrivati in Italia 600.000 migranti, la legge Bossi-Fini con una sanatoria ha regolarizzato 750.000 persone, la Germania ha accolto un milione di persone;
  • all’arrivo i migranti vengono accolti nei centri di prima accoglienza, identificazione e smistamento. Devono attendere per molto tempo, più di un anno, prima che possano presentarsi davanti alla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, in caso di esito negativo, dopo la Commissione possono presentare ricorso al Tribunale.

L’avere un rapporto diretto giornaliero con le persone straniere che vivono presso la Casa dell’Accoglienza fa si che si passi dalla genericità della parola migranti alla conoscenza personale di ciascuno di essi.

La gestione della Casa dell’Accoglienza è una attività molto impegnativa, oggi vi vivono 350 persone. Il rispetto delle regole è indispensabile e a volte è necessario essere rigidi nel pretenderne il rispetto.

L’immigrazione è un problema di ordine di pubblico, il rimpatrio dei clandestini  ancora oggi non avviene.

Don Antonio passa al tema della povertà: un conto è parlare di povertà e disagio altra cosa sono i poveri. La povertà è diventato un tema politico, è facile far fare una “guerra fra poveri”.

Si allarga la forbice delle disuguaglianze, chi è ricco diventa ancora più ricco, il ceto medio  si impoverisce, la povertà aumenta.

Le povertà sono tante: spirituali, di solitudine ecc.

Il problema va affrontato nella sua interezza e con una visione di lungo periodo.

Numerose sono le domande dei soci, in particolare don Vincenzo Rini, ha ringraziato molto calorosamente Don Pezzetti per l’impegno, l’importanza e la bontà del lavoro che sta portando avanti.

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