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Dott. Giuseppe Bersani – Presidente del Tribunale di Cremona

«Io cerco di onorare la magistratura lavorando. Capisco che per molti lavorare è fatica ed è una parola  forse antica. Però, nella pubblica amministrazione secondo me lavorare è un dovere. Per alcuni è un hobby, però ritengo che invece bisogna lavorare. Bisogna che il dipendente pubblico che ha una grande privilegio, cioè di non essere licenziato, di essere sostanzialmente inamovibile, questo privilegio se lo deve guadagnare quotidianamente lavorando. Ed io ho sempre cercato di lavorare molto». A Cremona, Giuseppe Bersani, presidente della sezione penale e presidente facente funzioni del tribunale, è arrivato l’11 luglio del 2017  «per lavorare, non per scaldare la sedia».
Relatore della nostra ultima conviviale, il magistrato racconta  ‘la giustizia che vorrei. Parte dal suo ingresso in magistratura, «un grande onore, una grandissima gioia, una grandissima possibilità».

A Cremona, «ho cercato di impostare la mia attività, lavorando  sin dal primo giorno. Infatti, svolgo una molteplicità di funzioni, faccio le udienze come tutti gli altri giudici, faccio il turno per le direttissime come tutti gli altri giudici, gestisco anche un terzo dei fallimenti. Credo che questo possa servire per dare l’esempio ai colleghi più giovani, a tutti quelli che lavorano in tribunale, i magistrati e i i dipendenti amministrativi». Si ritiene «fortunato, perché ho trovato un tribunale molto funzionale, molto efficiente», però, «c’è sempre qualcosina che si può migliorare ed io sto cercando di migliorare l’efficienza di alcuni uffici che magari sono rimasti un po’ fermi». Se nel civile, «la macchina è perfettamente oliata, funziona e continuerà a funzionare», Bersani deve far fronte al 250  per cento in più di fascicoli (decreti di citazione a giudizio, rinvii a giudizio) che si sono riversati sul tribunale negli ultimi sei mesi, da quando è arrivato, lo scorso luglio, il nuovo procuratore Roberto Pellicano. «Il problema è di adeguare questo nuovo, alto numero di fascicoli e cercare di aumentare la nostra produttività». Ma «non è così semplice». Bersani paragona il tribunale ad una Ferrari «che, però, che deve circolare su una strada provinciale piena di buche». La ‘strada provinciale’ è la carenza di personale amministrativo, «un grosso problema per tutti i tribunali, a Cremona particolarmente evidente. Il giudice non lavora da solo, tutte le sentenze che fa rischiano di rimanere carta straccia depositata in una cancelleria, se la sentenza non viene pubblicata, eseguita». Il problema è «particolarmente evidente, perché il tribunale riesce a funzionare grazie all’apporto di personale esterno, prestato dal Comune, dalla Provincia e da altre amministrazioni, però vi rendete benissimo conto che un autista della Croce Rossa non può diventare cancelliere in una settimana, neanche in un mese e neanche in sei mesi. E’ un po’ come se il fabbro andasse a fare l’infermiere. L’amministrazione della giustizia è diventata un po’ il ricettacolo di tutte le altre amministrazioni che hanno personale in eccedenza». L agiustizia che vorrebbew bersani, «è una giustizia dove le persone si appassionano del loro lavoro, lo fanno volentieri, sono contente di venire al lavorare, perché se una cosa si  fa con gioia, tutti ne traggono grande soddisfazione, vi assicura, anche da parte dei giudici del tribunale, che vi sarà il massimo impegno, per mantenere gli standard di rendimento che il tribunale  ha raggiunto negli anni scorsi, sotto la direzione della presidente Marini. Tanto che Cremona è al sedicesimo posto come efficienza tra i tribunali d’Italia. Questa efficienza oggi può essere messa a rischio da questi problemi del personale, ma faremo di tutto perché non accada». Così. «nel penale è mia intenzione aumentare il numero delle udienze, anche per far fronte a questo nuovo numero di processi che stanno arrivando . Questo per dare a tutti una risposta in tempi brevi, perché ritengo che una giustizia che arrivi in ritardo sia una giustizia negata».

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