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Vittorio Baratta – Il chirurgo vascolare incontra il virus

Giovedì 24 settembre, per la prima volta, dopo la pausa forzata a causa della pandemia CoViD19, ci siamo ritrovati nella nostra sede presso il golf club il Tor-razzo. Dopo l’usuale aperitivo di benvenuto, siamo stati invitati dalla nostra pre-sidente Ida Beretta al saluto alle bandiere. Da quest’anno tutte le nostre conviviali si apriranno con un video che ritrae l’Ensamble del distretto Rotary 2050 mentre suona e canta, nell’ordine, l’Inno d’Italia, quello d’Europa e, infine, quello del Rotary. La presidente Ida Beretta, al termine degli inni, ha invitato tutti coloro che lo desiderassero ad unirsi al talentuoso gruppo di soci, per allargare la com-pagine artistica distrettuale. Dopo cena, il tesoriere Ernesto Quinto ha presen-tato, con l’usuale dovizia di particolari, il bilancio consuntivo dell’AR 2019/20, appena trascorso. Successivamente ha preso la parola il past president Andrea Morandi che, riprendendo quanto esposto da Ernesto, ha spiegato in modo sin-tetico, ma esaustivo, tutti i services che sono stati avviati e si sono conclusi du-rante l’anno della sua presidenza. E’ stata, quindi la volta della presentazione del bilancio preventivo dell’attuale AR 2020/21, che, dopo un’accurata spiegazione da parte della presidente Ida sui contenuti dei vari services che il Club sarà chia-mato a svolgere, è stato approvato all’unanimità dai presenti. Conclusasi, quindi, la parte Assembleare, la conviviale ha avuto come relatore il nostro socio dott. Vittorio Baratta, primario del reparto di chirurgia vascolare dell’Ospedale Maggiore di Cremona.Vittorio, ci ha raccontato, in modo semplice, chiaro e diretto, come è stato il suo incontro-scontro con la pandemia CoviD19, in qualità di medico chirurgo vascolare, per l’appunto. Tutto ha avuto inizio nel pomeriggio del 21 febbraio in cui gli è stato comu-nicato dalla caposala del reparto che dirige, che dalla settimana successiva gli interventi in sala operatoria sarebbero stati drasticamente ridotti per lasciare le sale operatorie a disposizione dei pazienti colpiti dal CoViD19, provenienti dalle zone limitrofe alla nostra provincia. Il lunedì successivo, al suo arrivo in ospedale, Vittorio ha trovato un’aria strana: un misto di preoccupazione per quello che po-teva succedere e un po’ di scetticismo sulle misure messe in atto. In fin dei conti altre epidemie come Ebola e Sars, che hanno flagellato, nel recente passato, altre parti del Mondo, non avevano avuto serie ricadute nel nostro Paese.

Ben presto, però, si è capito che la situazione era alquanto drammatica. Dalla settimana successiva il numero dei ricoveri è progressivamente aumentato fino a raggiungere il limite di accoglienza dell’ospedale. Tutti i reparti sono stati svuotati per far posto ai malati, che provenivano non solo da Lodi, Codogno, ma sempre più anche da Cremona. In breve tempo i posti letto utilizzati per la terapia intensiva sono passati dagli abituali dieci (10) a quarantasette (47). In pratica, tutti i reparti dell’ospedale dotati di attrezzatura di terapia intensiva sono stati inglobati nella terapia intensiva. Questa situazione che, come purtroppo sappiamo, è perdurata per tutto il mese di marzo e aprile ha generato in Vittorio e nei suoi colleghi chirurghi un senso di frustrazione perché più che dare una mano ai colleghi del reparto di pneumologia e degli infettivi non potevano fare molto altro se non vedere i pazienti morire davanti ai loro occhi, quasi come se si fosse tornati al periodo della peste raccontata dal Manzoni.

Vittorio è stato per trentasei (36) giorni consecutivi l’unico medico reperibile per la chirurgia vascolare. In tutto questo periodo sembrava che fossero sparite tutte le altre patologie. Solo dal mese di maggio la situazione ha iniziato a migliorare sempre più, consentendo di riprendere progressivamente l’attività ambulatoriale, che ora è al 70%. A fine giugno si ha avuto la percezione che la situazione in Italia e a Cremona si fosse risolta. In queste ultime settimane, si sta osservando una sensibile ripresa dei casi di contagio che, però, rispetto a quelli di marzo e aprile, sono, per la maggior parte, asin-tomatici. Oggi il virus sembra essere meno aggressivo, ma non va assolutamente ab-bassata la guardia. In assenza di un vaccino, le uniche contromisure che possiamo adot-tare sono il distanziamento, l’utilizzo della mascherina e la frequente igiene delle mani.

L’intervento di Vittorio è stato, come detto, estremamente chiaro e puntuale, ma, so-
prattutto, accorato. Il suo parlare, come da lui stesso definito, senza filtri ha fatto capire, ancora una volta, che la pandemia CoViD19 è stata una tragedia e che potrebbe ripresentarsi come tale in qualsiasi momento fin tanto che non sarà individuato un vaccino adeguato. Si conclude col sentito ringraziamento della presidente Ida a Vittorio per la sua testimonianza e con l’arrivederci alla prossima serata.

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